Un Paese senza etnie

i primi dati del censimento U.S.A.

Sono usciti i primi dati del Censimento degli U.S.A. Il New York Times come primo commento sottolinea che la popolazione bianca (caucasica) è per la prima volta in declino in termini assoluti, mentre in termini percentuali è andata calando fin dal 1960. L’aumento di popolazione, per quanto molto contenuto e inferiore a quello dei periodi precedenti, è tutto da attribuirsi alla crescita di neri, asiatici, ispanici e soprattutto multietnica. È raddoppiato il numero di chi dichiara di appartenere a più di un’etnia (race). Questo ultimo dato è forse il più significativo di tutti: significa che la questione dell’etnia nelle relazioni ha perso molta importanza da ormai almeno vent’anni. I bianchi sono diminuiti del 2,6% in parte per questioni di età media (44 anni contro i 30 degli ispanici) e in altra per un basso tasso di natalità. Ma si fa anche l’ipotesi che molti bianchi che prima di dichiaravano solo tali, ora affermano di appartenere a più razze. I bianchi sono ora solo il 58% della popolazione mentre erano il 69% nel 2000. Quasi la metà della popolazione sotto i 18 anni non è bianca.

La popolazione degli Stati Uniti è sempre stata multietnica, ma ora lo sta diventando in modo diverso: più di un quarto di asiatici e ispanici si sposa con persone che non appartengono al loro gruppo etnico, per gli asiatici nati in America questa percentuale è doppia. La conseguenza è che sono sempre di più coloro i quali non si sentono chiusi in un’unica gabbia etnica.

Mi domando allora perché si dia ancora tanta importanza al dato sull’etnia quando si potrebbero commentare “diversità” molto più rilevanti. È solo questione di tempo, di una mezza generazione, forse già al prossimo censimento: la strada sembra segnata.

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