Il Sole dell’avvenire?
La democrazia richiede verifiche e non adesioni fideistiche ed entusiastiche. Schlein ha una rilevante carica comunicativa e per molti versi mi è simpatica e senz’altro culturalmente affine.
Da cosa dobbiamo guardarci? Le sue radici famigliari, nazionali e politiche, e l’opulenza in cui vive, non avrebbero alcuna rilevanza se la sua storia politica fosse stata quella della militante. Qualcuno l’ha voluta difendere sostenendo che altri rivoluzionari quali Mazzini, Rosa Luxemburg e lo stesso Marx (ed Engels soprattutto) o Che Guevara erano benestanti. Certo, ma hanno rifiutato la loro classe e usato il loro benessere per finanziare i movimenti finendo spesso pieni di debiti e in esilio. Schlein appena approdata nella politica italiana è stata eletta al Parlamento europeo, poi vicepresidente della Regione e poi al Parlamento italiano ottenendo subito un posto nel sistema e usufruendo peraltro di laute indennità.
Per partecipare alla campagna elettorale di Obama, sia pure come volontaria, devi essere collocato nello staff da qualcuno e, considerati l’ambiente in cui vive Schlein e la sua improvvisa carriera, è lecito sospettare che qualche potere d’oltreoceano l’abbia favorita. Non sarebbe nulla di nuovo – persino d’Alema andò a Washington ‘a studiare inglese’ – ma la democrazia richiede trasparenza e impone di stare all’erta visto che ha già votato a favore dell’invio delle armi in Ucraina. Ha anche confermato che la linea del partito non cambierà riguardo alla guerra. Vista la storia famigliare e le sue esperienze, è lecito domandarsi: ‘A chi risponde’?
Che abbia vinto le primarie e le abbia clamorosamente perse il PD con Bonacini fa poca differenza nella sostanza per il Paese. Certo Schlein può cambiare nel breve termine l’immagine e rinfrescare la comunicazione così come già fecero Renzi, Salvini e Meloni creando effimeri entusiasmi basati sulle emozioni. Potrebbe persino vincere le elezioni (con sempre meno votanti e sempre più anziani), ma non cambierà nulla nella politica perché da ormai trent’anni si sta rafforzando un vero e proprio regime in Europa e in Occidente che la guerra ha fatto emergere in tutta la sua evidenza.
Che fare? Anzitutto non facciamoci prendere da entusiasmi e illusioni: sostenere l’aristocratica velina bruna Schlein o la popolana velina bionda Meloni cambia poco per cittadini ormai ridotti a sudditi. Manca un partito che renda i leader rappresentativi di programmi e organizzazione e non etero-diretti raccoglitori di emozioni. Le decisioni importanti oggi si prendono altrove, ma non si sa dove; certo non più nei governi nazionali ridotti ad amministrazioni delegate. Ci potrà essere una differenza nel linguaggio di destra e di sinistra, che non è cosa indifferente, ma la sinistra (liberale) e la destra (sociale) riescono a cambiare al più qualche virgola alle leggi, non una sostanza che fermi l’inarrestabile crescita dell’entropia lib-lab in cui versiamo da trent’anni.
È triste, ma è così. Per questo vale la pena – per non morire – impegnarsi a costruire nuovi soggetti politici e fare circolare opinioni e idee fresche veramente alternative. Non vedo come possa la giovane Schlein all’interno del PD, il partito dei più anziani e conservatori, far sorgere il Sole dell’avvenire. Però, chissà…