Fu vera gloria… o lo sarà?
Non c’è bisogno di delegare ai posteri l’ardua sentenza. La si può emettere subito. Soprattutto perché la morte di Berlusconi potrebbe comportare conseguenze politiche nel prossimo futuro. Molto dipenderà da come sarà utilizzata la sua memoria e da come sarà contrastata. Prescindiamo quindi dalla sua persona indubbiamente carismatica e come tale amata oltre misura e con gli stessi eccessi odiata. Lo detestava soprattutto una parte dell’opinione pubblica mentre nelle segrete stanze del potere le diverse sette in lotta per l’egemonia nel corso del tempo hanno sempre più dialogato e concordato sulle cose essenziali bloccando così ogni cambiamento. Basti vedere l’indecenza delle leggi elettorali!
Pur avendo caratterizzato un periodo storico in cui la società è cambiata, dal punto di vista politico Berlusconi non ha concluso nulla né nel bene né nel male. Dal punto di vista sociale è stato l’espressione di processi già in corso, al più li ha un poco accelerati. Non è stato il condottiero che ha portato a termine la rivoluzione sognata. La maggioranza assoluta a cui apertamente aspirava e il bonapartismo che il suo animo segretamente covava sono rimaste aspirazioni irrealizzate.
Chi lo ritiene responsabile dell’imbarbarimento della cultura e del degrado morale del Paese, lo sopravvaluta. Davvero qualcuno pensa che i programmi triviali delle sue televisioni abbiano determinato il decadimento culturale dell’Italia obbedendo a un piano predeterminato e sistematico? Certo hanno seminato su un fertile terreno, ma lo stesso fenomeno è occorso in tutto l’occidente. I programmi trasmessi utilizzavano format elaborati e diffusi a livello internazionale.
La sua immagine, da oltre un decennio sempre meno influente nella politica, viene opportunisticamente valorizzata ora che è morto. Per questo oggi l’immagine di Berlusconi diventa pericolosa per chi si oppone al suo progetto politico e al gruppo di potere che rappresenta(va).
I suoi sostenitori, proclamando un discutibile lutto nazionale, hanno scoperto le carte. La destra cercherà di trasformarlo in un’icona a cui appoggiarsi per conservare l’egemonia politica e operare quei cambiamenti costituzionali che Berlusconi aveva auspicato fin dalla sua entrata in campo trent’anni fa. Senza mai riuscirci. Alla destra Berlusconi oggi è più utile che da vivo.
Se la sinistra cadrà nel tranello di catalizzare l’attenzione su di lui, come ha sempre fatto, farà il gioco della destra contribuendo a lucidare la figura del Cavaliere che da oltre un decennio era ormai opaca e politicamente poco incisiva. Se continuerà a combattere un uomo morto, come la destra scaltramente induce a fare, non farà altro che resuscitarne il fantasma. E lo spirito immortale di Berlusconi – il politico italiano più conosciuto all’estero dopo Mussolini – l’abbatterà definitivamente agendo sotto altre rigenerate spoglie.