Meloni e i “caminetti”

Meloni ha ragione a sostenere di essere stata esclusa dai “caminetti” riservati che hanno deciso le maggiori cariche Europee. Avrebbe dovuto sapere già da tempo che funziona così. Il problema è che ha creduto di essere ammessa in ragione del suo ruolo di capo del governo italiano. Invece, quando sei (per tua stessa ammissione) un ‘underdog’ rimani esclusa. Se vuoi progredire, devi seguire la tua strada e prendere il potere rimanendo quello che sei, non obbedendo agli ordini credendo di ottenere benevolenza e accondiscendendo. Per accedere ai “caminetti” si deve seguire un cursus honorum (o ignominiae) molto lungo e complicato che inizia in contesti ben precisi e identificati nei quali sei cooptato se rispondi a certe caratteristiche. Vale a ogni livello. Se pensi che prostandoti di fronte ai potenti – vedi adesione totalmente acritica alle decisioni US/NATO – dopo esserti opposta al governo Draghi, avere stretto legami con Orban, con Vox e con l’estrema destra di ogni Paese, non vai da nessuna parte. Dimostri incoerenza e inaffidabilità. È un tipico atteggiamento da ‘underdog’ (plebeo) implorare la benevolenza del potente. Non funziona così: per essere ammesso ai “caminetti” (dei quali fanno parte altri membri del governo e del sottogoverno italiano a pieno titolo, ma che hanno giurato fedeltà prima di tutto ai “caminetti” e secondariamente all’Italia) devi dimostrare fedeltà, coerenza e carattere. Non è il caso di Meloni.I “caminetti” sono una vergogna per la democrazia, la negazione di essa. Ma sono una realtà oggi più esclusiva e potente di qualche decennio fa. Un leader coerente che gode di consenso popolare, ma è esclusa dai luoghi in cui si prendono le decisioni internazionali e nazionali più importanti, usa il proprio potere per contestarli. Non accondiscende sperando di farne parte (sempre che abbia capito a quale gioco sta giocando). Agisce con coerenza a costo di essere sconfitta ed esclusa. Uscendo dai “caminetti” e dal personale, su cui troppo mi sono soffermato, diciamo che le decisioni sono state prese secondo le regole e sulla base delle maggioranze che si sono formate al Parlamento europeo. Meloni ha preso molti voti in Italia, ma quelli che ha servito in questi anni li hanno persi pur mantenendo la maggioranza e/o il controllo. Al contrario hanno guadagnato voti le destre da cui Meloni ha preso le distanze, ma di cui è considerata parte organica. Come possono i “caminetti” fidarsi di un leader in questa posizione ambigua? E gli italiani che l’hanno votata come possono fidarsi dopo questa esclusione? Non è lamentandosene che rimedia allo smacco subito!Essere capo del governo italiano non equivale ad avere la maggioranza al Parlamento o al Consiglio d’Europa.Meloni non ha mai capito la differenza tra l’essere un leader di partito e un capo di governo. Non l’ha capito in Italia e ancor meno in Europa. Per questo ne rimane delusa e sconcertata.

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