Anche le feste invecchiano

La liberazione dal fascismo, celebrata il 25 aprile, è un momento fondante della nostra convivenza civile e dell’unità italiana. Purtroppo, da qualche tempo, anziché unire gli italiani nella celebrazione della libertà riconquistata, li divide in sciocche e pretestuose dispute. Ciascuno la ‘interpreta’ a modo suo e ne dà un diverso significato.Poiché divide, tanto vale abolirla.

Continueranno a celebrarla tra loro solo coloro i quali credono davvero nei valori che rappresenta. A meno che anche questi ultimi non li abbiano dimenticati e non preferiscano invece trovare un pretesto per litigare con qualcuno piuttosto che affermare quello in cui davvero credono.

Altre feste sono state cancellate perché diventate divisive invece che stimolare a riunirsi attorno a comuni appartenenze nazionali e ideali. Pensate al venti settembre! Sono sicuro che alcuni dei miei lettori non ricordino perché molte strade sono nominate con quella data storica in tutte le città. Eppure, a un certo momento, s’è deciso di non celebrare più quella data un tempo gloriosa che in seguito ha sottolineato una divisione.

La liberazione del 25 aprile non ha posto fine a una guerra civile come i revisionisti alla Pansa (buonanima) a un certo punto hanno voluto fare passare per motivi puramente opportunistici. Si è trattato della guerra dei buoni contro i cattivi. E non importa se tra i cattivi ci fossero stati anche degli idioti in buona fede (come il personaggio interpretato da Tognazzi nel film “Il federale”) o dei semplici codardi che sbagliando l’opportunismo vincente hanno scelto gli oppressori che avevano privato gli italiani delle libertà civili e politiche.

Tra l’altro, i protagonisti sono praticamente tutti morti e si celebra la retorica e non il ricordo vivo nelle menti e nei corpi di chi aveva vissuto con orgoglio o con autentica vergogna quel difficile periodo.Si cede così a chi vorrebbe riabilitare il fascismo e i fascisti? Nemmeno per sogno! Piuttosto li si manda a quel paese dove possono esprimere le loro sciocche contraddizioni, ben simboleggiate dal sedere in un Parlamento libero e contestare la Festa della Liberazione! O dal parlare di Nazione e negarne di fatto i principi Costituzionali.

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