La crisi delle istituzioni democratiche
Mentre parliamo di democrazia, notiamo che l’elezione del Papa è quanto di più lontano ci sia dalla partecipazione popolare. Ciononostante, il Papa gode di un elevato indice di gradimento e nessuno ne mette in dubbio la legittimità.
Nel sistema della Chiesa cattolica, tutte le autorità ecclesiastiche – parroci, vescovi, cardinali – sono nominate dai superiori. È vero che lo Spirito Santo ispira i cardinali nella scelta delle autorità ecclesiastiche, ma allo stesso modo potrebbe ispirare i fedeli nel votare il parroco o il vescovo. Visto il consenso di cui gode il Papa, qualcuno potrebbe pensare che questo sistema sia più efficace di elezioni politiche ridotte a confuse vocianti risse a cui sempre meno cittadini credono e partecipano.
E se si cominciasse a pensare che il sistema della Chiesa cattolica, anziché un retaggio del passato, sia un’anticipazione del futuro anche per la nomina delle autorità nelle istituzioni?Sarebbe una vera inversione del modo di pensare che ci ha accompagnato nell’ultimo secolo. Peraltro, non ce ne accorgiamo, ma istituzioni ed elezioni si sono svuotate di funzioni e significato. La politica e l’economia sono di fatto governate da oligarchi fuori dal controllo popolare che celebrano in segreto i loro conclavi.
Manca solo che i Presidenti siano nominati per “Grazia di Dio e (presunto) volere del popolo” come gli imperatori di un passato non troppo remoto.Poiché credo più nella democrazia che nello Spirito Santo Paraclito, mi domando se ci sia ancora la possibilità di progredire verso la democrazia lungo il sentiero tracciato negli ultimi due secoli e mezzo. O se siano necessari radicali cambiamenti istituzionali.