Storia di una pace
Il 24 maggio di 110 anni fa, il Regno d’Italia, tradendo un’alleanza precedentemente sottoscritta, attaccò l’Impero Austro-Ungarico per conquistare le terre cosiddette irredente. Un aggressore e un aggredito, direbbe oggi qualcuno!
Katharina Zeller, neoeletta sindaca di Merano, ha rifiutato di indossare la fascia tricolore in una riunione non ufficiale di passaggio delle consegne. Il suo comportamento è stato ineccepibile di fronte a chi gliela voleva imporre provocatoriamente.
Il Sud Tirolo è una provincia autonoma con le proprie regole e tradizioni che la Repubblica italiana da ottant’anni rispetta in modo esemplare evitando l’insorgere di conflitti.
De Gasperi, Magnago e i loro successori non hanno soffiato sul fuoco delle stupide istigazioni di chi vorrebbe provocare interminabili conflitti come nell’Ulster, nel Donbass, nei Paesi Baschi, a Cipro e infine in Palestina dove la discriminazione ha generato inutili guerre.
Il Sud Tirolo è un territorio abusivamente occupato dall’Italia a seguito di una guerra di aggressione basata sulla sciocca idea di dare all’Italia i suoi retorici confini geografici senza curarsi della popolazione.
Il Sud Tirolo (poi denominato Alto Adige con un termine geografico e non storico) ha subito un processo di violenta italianizzazione e colonizzazione durante le due guerre che avrebbe giustificato qualsiasi guerra di liberazione e l’irredentismo tirolese. Eppure, la Repubblica Italiana e quella austriaca hanno saputo disinnescare una situazione potenzialmente esplosiva.
Invece di studiare la storia delle guerre, sarebbe meglio studiare quelle delle paci.
Sinner è cittadino italiano a tutti gli effetti, perché oggi si è italiani senza alcun riferimento alla lingua, alla religione e a molte altre cose: basta riconoscersi nella Repubblica. Sinner non è soltanto di lingua tedesca, ma anche geograficamente “danubiano” essendo nato al di là dello spartiacque alpino, là dove sorge la Drava che si dirige verso i Balcani.
Però Sinner è italiano così come lo sono i cittadini provenienti dal Marocco, da Cuba, dall’India, dalla Cina nel momento in cui si riconoscono in una Repubblica italiana che riconosce le diversità. Nel momento in cui non le riconoscesse più, avrebbero tutto il diritto di rifiutare la Repubblica. Ma non succede almeno per ora.
E Zeller ha il diritto di vedere riconosciute le tradizioni della cultura e di rappresentare l’autonomia della sua Provincia e del suo Comune. Ha il dovere e il diritto di indossare la fascia tricolore quando agisce come cittadina italiana.
I mercanti di guerra
Un secolo fa, erano numerosi coloro che manifestavano per la pace. Venivano tacciati di codardia dagli interventisti. L’Austria-Ungheria era disposta a cedere le terre e le città italofone di Trento, Trieste e dell’Istria purché l’Italia non aprisse un altro fronte.
La guerra fu voluta dagli industriali e da coloro che aderivano alla congrega europea occidentale i quali volevano liberarsi degli Imperi centrali smembrandoli in Stati nazionali (e nazionalisti). L’obiettivo era l’Austria-Ungheria, la Germania, la Turchia e, prima o poi, anche l’Impero russo che non rispondevano all’idea degli Stati nazionali. Oggi, il desiderio dell’Occidente di espandersi sembra rimasto inalterato. È stata conquistata la Germania dopo la Seconda Guerra mondiale, la Polonia e gli Stati dell’Europa dell’Est dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Oggi è la volta dell’Ucraina e della Georgia.
La retorica imperialista italiana giustificava la guerra agli occhi dei cittadini ignoranti ed esaltati con l’idea che il Regno d’Italia dovesse estendersi entro i confini geografici naturali. La “natura” voleva che l’Italia conquistasse tutte le terre fino allo spartiacque alpino. I veri motivi per l’entrata in guerra e la successiva inutile e vergognosa carneficina erano di carattere politico ed economico. La congrega occidentale voleva espandersi a Est e imporre il proprio capitalismo. I mercanti di morte, suoi sodali, facevano credere che fosse più importante la geografia fisica di quella umana: non importa che il Sud Tirolo fosse germanofono e da mille e più anni parte del Regno e poi impero austriaco; non importa se al di qual dello spartiacque orientale vivessero popolazioni slave.
All’Italia non bastò conquistare quelle terre dove non vivevano italiani, ma per oltre un ventennio (ancora prima del fascismo) cercò di italianizzarle con la violenza. E si spinse oltre lo spartiacque occupando alcune valli alpine che fanno parte del bacino danubiano dove, per l’appunto, è nato Sinner.
La partecipazione alla guerra non concesse all’Italia tutto quanto aveva sperato e si parlò di “vittoria dimezzata”. Il fascismo speculò sulla riconversione dell’economia di guerra, il difficile reinserimento dei reduci e sulla retorica miserabile di non avere ottenuto abbastanza in termini di territori. Come disse Lord Wellington dopo avere sconfitto Napoleone a Waterloo: “La cosa più difficile da gestire dopo una guerra persa, è una guerra vinta”.
Per quanto riguarda l’Alto Adige, non tutti, nemmeno allora, erano propensi a occuparlo completamente. Persino l’irredentista trentino Cesare Battisti era contrario all’occupazione dell’Alto Adige. Chi conosceva la storia e la geografia proponeva di porre il confine a Salorno, cioè pressappoco al confine etnico linguistico. Ma prevalse la sciocca idea geografica.
Mio nonno aveva un amico di Caldaro, il dottor Rainer che faceva il medico alle terme di Roncegno dove il nonno passava le estati con la famiglia. Il nonno, che aveva combattuto contro gli austriaci nella Prima Guerra mondiale ed era un convinto (esaltato) nazionalista e fascista, alla fine si lasciò convincere dal dottor Rainer che il confine di Salorno sarebbe stata la scelta migliore.
Se lo Stato italiano può andare orgoglioso di qualcosa è la capacità che ha avuto di disinnescare situazioni esplosive con la diplomazia e il buonsenso in Tirolo e sul confine orientale dove la situazione era ancora più difficile. In quelle regioni, dopo la guerra, sarebbe bastato pochissimo perché le popolazioni soggiogate e angariate durante il fascismo dessere luogo a guerre di liberazione e interminabili serie di cospirazioni e atti terroristici. Studiamo le guerre che avrebbero potuto scoppiare e invece, grazie all’intelligenza e al senso di responsabilità di veri eroi, non sono mai state scritte nei libri di storia.