Con il Covid e con la guerra, ma anche con lo sviluppo pervasivo delle ICT e delle organizzazioni connesse, i profitti di alcune enormi holding si sono ancor più concentrati nelle mani di poche persone. All’Ovest, all’Est, in Cina e in Arabia senza differenze sostanziali.
Forse è sbagliato dire i ‘profitti’, poiché la proprietà delle grandi compagnie è sminuzzata in un azionariato diffuso che lega la vasta massa dei cittadini di classe media e medio-bassa ai destini delle grandi imprese. E così facendo attenua la possibilità di ogni ipotesi rivoluzionaria.
Infatti, dovremmo dire che, non i profitti, ma il potere s’è concentrato nelle mani di coloro che detengono i pacchetti di controllo. E sono sempre di meno e sempre più potenti. Restano anche in gran parte sconosciuti.
Se il potere di controllo di enormi holding cresce e si concentra nelle mani di pochi, non può che influenzare anche quello politico che oggi è ancor più dipendente di quanto non lo sia sempre stato da chi governa l’economia.
Ma una parte importante di questa economia e del controllo di essa, a differenza di una volta, risiede nella comunicazione e quindi nella creazione del consenso.
Ancor più allarmante è il fatto che queste grandi organizzazioni controllano veri eserciti privati com’era un tempo prerogativa dei soli criminali in Paesi poveri e disorganizzati, quali i Narcos messicani e i cartelli della droga in genere.
Secondo una ricerca del 2018, di cui al link, gli eserciti privati da Blackwater alla Wagner e alle decine meno note esistenti in Francia, UK, Polonia, Russia, Germania, Turchia e altri (solo la Russia non è nella NATO) costituiscono una minaccia crescente per i governi e hanno tutto l’interesse a che succedano guerre nelle quali intervenire.
Non solo Ucraina, ma Sudan, Niger, Iraq e quasi ovunque in Africa, Sudamerica e all’occorrenza in tutto il mondo.
Per maggiori informazioni apri il seguente link:
https://ndupress.ndu.edu/Portals/68/Documents/strat-monograph/mercenaries-and-war.pdf
