Intellettuali, tecnici e candidature

Il PD candida Crisanti, Cottarelli e altri scienziati, intellettuali e tecnici. Altri intellettuali si sono iscritti al PD (p. e. Recalcati) e altri partiti ricevendo in cambio (?) molta visibilità. Nessun problema, chiunque ha in diritto di proporre e accettare candidature. Però l’intellettuale e lo scienziato che si candidano devono sapere che da quel momento non sono più credibili poiché accettano una posizione di parte. 

Crisanti che parla in TV non può essere capito dai profani nei dettagli tecnico-scientifici. Se non fa parte di un partito, si può confidare nella sua buona fede e sull’indipendenza di pensiero: se si candida e fa parte di un partito ogni dubbio diventa legittimo. Può rimanere un bravo scienziato? Certo, ma poiché i profani non hanno competenza per giudicarlo come tale, hanno tutto il diritto di mettere in dubbio la fedeltà alla scienza e alla ragione che si richiede a uno scienziato. 

Le candidature degli scienziati e le loro presenze nei popolari talk-show scalfiscono l’autorevolezza e l’indipendenza della scienza: producono un grave danno. Crisanti e Capua sono virologi di sinistra, altri sono virologi di destra… non va bene!

Altrettanto succede quando si viene a sapere che alcuni di questi candidati hanno redditi elevatissimi non provenienti dalla professione di docente. Fanno consulenze legittime, ma se pagate in modo eccessivo sollevano dubbi ulteriori sulla loro indipendenza. Inoltre, quando si tratta della salute, è di pessimo gusto esibire la ricchezza e anche accumularla. Se un imprenditore si compra una villa da due milioni (che ne richiede altrettanti di restauro), non c’è nulla di male: il suo compito è creare ricchezza e la misura del suo successo sono i soldi. Un po’ cafone, ma nulla di grave.

Ma l’obiettivo di un medico o scienziato è occuparsi della salute dei cittadini non è guadagnare soldi con la salute dei cittadini – oltre a Crisanti ricordo Casarotto. La moderazione è d’obbligo senza bisogno di scadere nell’opposto del pauperismo.

Se un docente di qualsiasi disciplina umanistica o collegata ai fenomeni sociali si candida o si iscrive a un partito, perderà in credibilità ancor più di uno scienziato, il quale per lo meno risponde a criteri molto più rigorosi che distinguono il vero dal falso.E sulle candidature inopportune ci sono anche quelle degli imprenditori dell’editoria… è così che muore la democrazia.

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