EMOTIVITÀ E SCIENZA
Un sondaggio effettuato in Francia dall’Elabe Institute ha concluso che solo il 20% dei francesi ha fiducia in AstraZeneca, il 58% è scettico e il 22% indeciso. Presumo che in Italia e in Germania i cittadini non avrebbero risposto molto diversamente. Questi dati, pubblicati dal New York Times, dimostrano come la fiducia in AstraZeneca sia crollata. Il giornale riporta anche la dichiarazione di un padre milanese il quale sostiene che “prima del caso AstraZeneca non avrebbe esitato a intingere i suoi bambini nel vaccino, ma ora non assumerebbe AstraZeneca poiché gli sembrerebbe di giocare alla roulette russa”. La letteratura scientifica sulla valutazione collettiva del rischio include anche la valutazione cosiddetta emotiva che in più casi s’è rivelata più corretta di quella accertata dalle istituzioni scientifiche. La democrazia e la libertà di informazioni comportano molti vantaggi e qualche danno, come forse in questo caso. Ma in questo caso non è ancora detto… Oggi, io avrei molte perplessità a vaccinarmi con AstraZeneca: una reazione emotiva? In parte: se il vaccino è stato ritirato e ho fiducia nella scienza e nelle istituzioni scientifiche – e anche in quelle politiche – la mia reazione è pienamente giustificata dai dubbi sollevati e presi seriamente in considerazione.Da una parte i controlli sui vaccini denotato grande attenzione e serietà da parte delle istituzioni tecnico-scientifiche e danno fiducia. Dall’altra, il caso AstraZeneca e il discutibile comportamento di alcuni governi – in primis quello tedesco – fanno perdere ai cittadini la fiducia nei vaccini e in AstraZeneca in particolare. Bene o male? Ci sono altri vaccini che funzionano meglio e sono più sicuri. Il rapporto tra rischio e beneficio, misurati collettivamente, è concettualmente impossibile e presume una decisione di autorità. Si può oggi imporre AstraZeneca a chi, individualmente, ne teme gli effetti?