La cattiva informazione ripete costantemente subdoli e strumentali paragoni tra il conflitto tra Russia e Ucraina e lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Anziché concentrarci sulla storia delle guerre, ci dovremmo concentrare sulla storia della pace. Le guerre sono fallimenti ingiustificabili, stupidi e inutili (tranne che per chi con le guerre fa affari).
Non esiste nelle guerre “una parte giusta”, per lo meno è un concetto discutibile. La parte “giusta” è solo quella che riesce a evitare le guerre. La Seconda guerra mondiale (come tutte le altre guerre) scoppiò per il fallimento delle diplomazie e per la violenza e l’egoismo – nonché per provate connivenze – che favorirono la nascita del nazi-fascismo. I quasi ottanta anni di pace in Europa occidentale sono il frutto del successo delle politiche di pace, economiche e di riconciliazione del dopoguerra.
È con la soluzione pacifica di tutti i potenziali conflitti che ci dobbiamo confrontare, che dobbiamo ricordare e celebrare. Non con i fallimenti che portano alle guerre che si fanno sempre in due non da soli. E non ci sono vincitori. In Italia dobbiamo andare orgogliosi per avere risolto pacificamente la questione dell’autonomia sud tirolese e del confine orientale. Nonostante le sofferenze patite da alcuni cittadini, l’avere garantito l’autonomia a sud tirolesi, sloveni, italiani (in Jugoslavia), francesi, ci ha portato la pace e il rispetto.
L’alternativa sarebbero state lunghe guerre e terrorismo come accaduto altrove da Israele all’Irlanda del nord o ai Paesi Baschi. E molti altri casi in tutto il mondo hanno dimostrato che con la diplomazia si evitano le guerre: tra queste la soluzione dell’apartheid in Sud Africa grazie a leggere sanzioni, ma anche all’apertura di De Klerk alle trattative con Mandela (un ex terrorista).