Levi-Strauss Structuralism vs. Ethnocentric Human Rights Embracing Cultural Relativism: Lessons from Lévi-Strauss Between the 1960s and 1980s, Claude Lévi-Strauss and his philosophy of anthropological structuralism profoundly influenced those of us studying political and social sciences. Lévi-Strauss became a revered figure among progressive leftists for criticizing Western ethnocentrism and colonialism. In our youthful idealism, many, including myself, adopted his theories with a radical fervor. Lévi-Strauss’s legacy endures in contemporary discussions about identity, particularly regarding individuals with disabilities. The term “handicapped” has evolved mainly into “differently abled,” reflecting a shift toward cultural relativism. He argued that societies express their cultures uniquely while […]
Ritorno al relativismo culturale
Tra gli anni Sessanta e Ottanta, tutti noi che studiavamo scienze politiche e sociali eravamo influenzati dal pensiero di Claude Lévi-Strauss. Lo eravamo soprattutto per quanto riguardava le relazioni internazionali e la critica del colonialismo. Il pensiero dello studioso francese era definito strutturalismo antropologico e apriva le porte al relativismo culturale (e strutturale.) Lévi- Strauss era molto apprezzato da noi progressisti di sinistra in quanto critico dell’etnocentrismo occidentale e del colonialismo. Chi a quel tempo era giovane, come me, tendeva ad assumere le teorie dell’antropologo francese in modo radicale e dogmatico. Un’eco del pensiero di Lévi-Strauss lo si sente tuttora […]
Mercati di Natale e New Orleans
Geografia urbana e terrorismo Non si tratta di un conflitto locale: l’odio fomentato da Israele si sta diffondendo in tutto il mondo. L’antiamericanismo e il sentimento antioccidentale, già diffusi ovunque, si sono estesi a quasi l’intera popolazione palestinese (fonte: Associated Press) e su tutto il pianeta. Guardando le televisioni arabe, turche, russe e cinesi, ci si rende conto di quanto la narrazione degli eventi diverga significativamente da quanto riportato dai media occidentali. Senza dubbio anche loro conducono propaganda, ma propongono un discorso diverso. Oggi i media e i comunicatori non occidentali sono altrettanto professionali dei loro omologhi occidentali. Numerosi governi […]
La NATO dell’informazione
I progressisti a ritroso Criticare il linguaggio, gli atteggiamenti e buona parte dei programmi di Trump, non ci trasforma automaticamente in sostenitori di Kamala Harris, dei “conservatori democratici” o dei “repubblicani rispettabili.” Tantomeno del PD italiano! Se anche si condividessero i proclami di Trump, la speranza che si realizzino subito e completamente è debole. Al più si può sperare in una politica estera meno dissennata. Ma è dubbio che i militari, l’intelligence e i produttori di armi lo permetteranno. Il tycoon, come viene dispregiativamente chiamato, subirà un’opposizione feroce da parte di tutti gli apparati del sottopotere. Il presidente eletto degli Stati Uniti è […]
Europe and Trump: The People and the Deep State
My followers and readers are aware of my distance from Donald Trump’s language, attitudes, and most of his agenda. However, this distance does not automatically position me as a supporter of Kamala Harris, the “conservative Democrats,” or the “decent Republicans.” Even if I agreed with some of Trump’s proclamations (and I don’t), I would doubt they could be fully and promptly realized. My hope, at most, is for a less insane approach to foreign policy. Yet, can we realistically expect the Deep State, the military, the intelligence agencies, and the arms manufacturers to allow the incoming administration to pursue their […]
La tata e l’imbroglio della gamba amputata
La mia Tata era una donna tanto brutta quanto buona e intelligente. E vi assicuro che era eccezionalmente intelligente e con un cuore d’oro. Passò i suoi ultimi anni in una decorosa casa di riposo per anziani, dove succedevano cose strane. Qualche volta l’andavo a trovare per passare con lei un paio d’ore che, nonostante le sue condizioni precarie di salute, riempivamo di risate ascoltando i suoi ripetuti aneddoti su mia madre bambina e sui miei nonni dai quali era stata assunta come domestica nel 1928 quando aveva quattordici anni e non li aveva più lasciati vivendo assieme a loro. […]
My Nanny and the Leg’s Funeral
My nanny, Antonia, was as ugly as was lovely and intelligent. I can assure you she was extraordinarily brilliant and had a heart of gold. In her later years, she lived in a respectable home for older people, where strange things sometimes occurred. I often visited, spending a few hours with her. Despite her poor health, we laughed as she more and again recounted stories about my mother as a child and my grandparents, who had hired her as a maid in 1926 when she was just twelve. She never left, staying with them throughout her life and bringing her […]
Ma noi non votiamo!
Il corrispondente dall’Europa del New York Times dichiara che: “c’è qualcosa tra il fascino e la rabbia in Europa riguardo alle elezioni americane; un sentimento che gran parte della vita e della politica in Europa dipenda dagli elettori del North Carolina, della Georgia e dell’Arizona, poiché il presidente americano in un certo senso è il presidente di tutti”! Se fosse vero – e purtroppo lo è – sarebbe umiliante. A noi del voto americano non dovrebbe interessare per niente. Per varie ragioni. Come cittadini e persone libere ci dovremmo rifiutare di dipendere dal voto di altri e dal governo di […]
Road to the White House? I Don’t Give a Crap
The American electoral process holds little intrigue for me as a European and for several compelling reasons. First and foremost, I do not participate in voting; as a foreign citizen, I refuse to relinquish my agency to the whims of others or the maneuvers of a foreign government. Why should my life depend on the vote of an accountant in Idaho or a banker in Chicago? This sentiment is not rooted in national pride — a concept that holds scant meaning for me — but rather in a proud civic responsibility intertwined with the long-lost ideal of universal fraternity. Though […]
Il partigiano Sinwar
Se dovremo morire, moriremo per difendere i nostri diritti – Toro Seduto (Mia traduzione di un articolo di John Wight. L’articolo è enfatico come si conviene nella celebrazione di un eroe. Non ne prendo le distanze dai contenuti, ma dal tono che non mi è usuale. Faccio notare però come milioni se non miliardi di persone non credono alla versione del “cattivo barbaro terrorista ammazzato”)Yahya Sinwar non era un “terrorista”, era un combattente per la libertà. È morto come campione della causa del popolo palestinese, che è la causa dell’umanità nel nostro tempo.I suoi ultimi momenti su questa terra, ripresi dalle […]